La triplice alleanza imperialista “Madrid-Bogotá-Miami” e il dibattito rivoluzionario.

MarchaVenezuelaserespetadi Geraldina Colotti per CaracasChiAma

E’ partita la grancassa mediatica contro il socialismo venezuelano. Un’operazione che rafforza “l’asse Madrid-Bogotá-Miami”, denunciato dal presidente Nicolás Maduro in riferimento al tentato golpe di alcuni ufficiali ed ex ufficiali dell’aviazione, fomentati dalle destre oltranziste. A dare il là è, come sempre, un editoriale del quotidiano madrileño El Pais. Il tono e il merito si annunciano fin dalle prime righe: denunciano “la detenzione brutale” del sindaco della gran Caracas Antonio Ledezma, arrestato il 19 febbraio per presunta complicità con i golpisti. La detenzione di Ledezma – chiarisce El País – è “inaccettabile per il suo significato politico e non può essere giustificata in alcun modo”: neanche con le “teorie cospiratorie” riferite da Maduro.

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Golpismo permanente in Venezuela

nicolas-maduro11di Maddalena Celano da www.ilsudest.it

Questo 13/02/2015 il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, afferma pubblicamente che il suo Governo è riuscito a vanificare un nuovo piano eversivo contro le attuali autorità governative venezuelane ed ha annunciato che sono state fermate un gruppo di persone imputabili del piano sovvertitore, tra le quali degli ufficiali dell’aviazione militare: tutto fa parte di una strategia “tracciata da Washington.” È stato disarticolato, è stato smantellato un attentato golpista contro la democrazia, contro la stabilità della nazione Venezuelana, affermò Maduro durante l’ atto di commemorazione del Giorno della Gioventù a Caracas. Il presidente venezuelano indica che si tratta di un tentativo di servirsi di un gruppo di ufficiali dell’aviazione militare per provocare un evento violento, un atto terroristico che sarebbe stato un tentativo di rivisitazione del colpo di Stato che si pianificò l’anno scorso, denominato “colpo azzurro”. Informò che tra la notte del 12 febbraio e l’alba del 13 sono stati arrestati buona parte dei mandanti e dei complici del piano eversivo. I militari golpisti avevano l’ordine di registrare una videocassetta per altri militari che si trovano in carcere, per partecipare ad piano di violento attacco aereonautico contro il palazzo presidenziale di Miraflores. Il 12 febbraio stavano cercando di provocare numerose morti a Caracas ed altre morti all’interno del paese, presso altre manifestazioni dell’opposizione. Il piano improvvisamente denunciato da Maduro avrebbe varie fasi, tra le quali si racconta dell’ “imboscata economica” che stava già per prodursi attraverso l’ occultamento, presso magazzini clandestini, di prodotti basilari e l’ incitamento ai saccheggi. Una crisi causata artificialmente anche con l’ aiuto di militari vicini agli oppositori. Segnalò, inoltre, che i golpisti avevano assicurato agli Stati Uniti ed al suo Governo che una volta realizzata l’ “imboscata” economica, l’opposizione si sarebbe proposta per governare il paese.

 DENUNCIA DEL PRESIDENTE NICOLÁS MADURO ALLA NAZIONE E ALLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE DELLE NUOVE AZIONI DEL COLPO DI STATO CONTINUATO CONTRO LAREPUBBLICA BOLIVARIANA DEL VENEZUELA E DELL’ INGERENZA DEGLI STATI UNITI D’AMERICA
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In manette il sindaco di Caracas

Venezuela. Arresto eccellente nell’ambito dell’inchiesta sull’«operazione Gerico». Antonio Ledezma chiamato in causa dagli altri arrestati per il tentato golpe anti Maduro

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Svolta nell’inchiesta sull’operazione Gerico, il ten­tato golpe in Vene­zuela. La magi­stra­tura ha ordi­nato l’arresto del sin­daco della Gran Cara­cas, Anto­nio Lede­zma, lea­der del par­tito di oppo­si­zione Alianza Bravo Pue­blo. Nella notte di gio­vedì, gli agenti del Sebin – il Ser­vi­zio boli­va­riano di intel­li­gence – hanno fatto irru­zione nel suo appar­ta­mento in Torre Exxa, nel muni­ci­pio Cha­cao. Una zona di classe medio alta, gover­nata dall’opposizione e ful­cro delle pro­te­ste vio­lente scop­piate il 12 feb­braio dell’anno scorso (43 morti e oltre 800 feriti). Quest’anno avrebbe potuto finire anche peg­gio se fosse andata in porto l’operazione Gerico, che – secondo i rap­porti di intel­li­gence — pre­ve­deva il bom­bar­da­mento dall’alto delle prin­ci­pali sedi poli­ti­che gover­na­tive e l’uccisione del pre­si­dente Nico­las Maduro.

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IL GOLPE SVENTATO E LA FORMULA “MAGICA” DEL 31F.

Il nuovo editoriale di Geraldina Colotti per Caracas ChiAma.

Prove di golpe in Venezuela. Un gruppo di ufficiali dell’aviazione, in combutta con personaggi diell’opposizione e solidi appoggi in Nordamerica, progettava di uccidere il presidente, bombardare Miraflores e prendere la guida del paese, confidando in una nuova esplosione di guarimbas (micidiali tecniche di guerriglia di strada inventate dall’estrema destra). Questa la denuncia di Nicolas Maduro, che ha diffuso i particolari del piano con tanto di mappe, nomi e cognomi. Un carnevale di sangue nel Carnevale in corso in Venezuela.

Sull’efficacia di un pianosimile, per fortuna, è lecito dubitare. Quell’aereo Tucano “importato dall’estero” per sganciare gli ordigni avrebbe fatto poca strada nei cieli della capitale: per la reazione delle Forze armate, nella stragrande maggioranza leali algoverno, e per quella del popolo venezuelano, sempre allerta in momenti di crisi come quella attuale.

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Venezuela, il manifesto dei golpisti per il ritorno al passato

Caracas. I movimenti si mobilitano dopo il golpe sventato.

di Geraldina Colotti, il Manifesto – 14.2.2015

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Le Forze armate venezuelane esprimono lealtà al socialismo

Dall’America latina, all’Europa, sini­stre e movi­menti sociali si mobi­li­tano per soste­nere il Vene­zuela di Nico­las Maduro, dopo la sco­perta del colpo di stato sven­tato dall’intelligence. Anche Erne­sto Sam­per, segre­ta­rio gene­rale dell’Unione delle nazioni suda­me­ri­cane (Una­sur), nono­state rap­pre­senti un governo di tutt’altro segno (quello del colom­biano Manuel San­tos), ha affer­mato: «Le pos­si­bi­lità di un golpe mili­tare in Vene­zuela rive­lano una pre­oc­cu­pante esca­la­tion di vio­lenza con­tro la sua demo­cra­zia». L’organismo regio­nale ha come prin­ci­pale con­se­gna pro­prio quella di tute­lare i governi demo­cra­tici che ne fanno parte, e così Sam­per ha espresso l’appoggio dell’Unasur al pre­si­dente Nico­las Maduro.

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Gli U.S.A. contro il nuovo spettro che si aggira per il mondo: il Bolivarismo

hugo chavez _n Dal sito: www.ilsudest.it

Lo sviluppo sociale e politico del bolivarismo è stato da anni bersaglio di un processo di disinformazione globale nonché di “insicurezza informativa”, come spesso ha riportato il lungimirante sociologo-giornalista Ignacio Ramonet (direttore di Le Monde Diplomatique).

Pertanto per comprendere l’intricato e complesso evento storico è opportuno riporre insieme un po’ di pezzi di questo caotico mosaico.

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Comunicato della Rete di Solidarietà con la Rivoluzione Bolivariana contro il tentativo di golpe e in appoggio al presidente Nicolás Maduro Moros

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Comunicato.

Respingiamo con decisione gli attacchi dell’imperialismo e delle destre alla Rivoluzione socialista bolivariana.

Rivolgiamo un forte abbraccio solidale ai compagni e alle compagne di Telesur, obiettivo costante della violenza eversiva

Esprimiamo il nostro più fermo appoggio al popolo venezuelano e al suo governo “di strada” diretto dal presidente, Nicolás Maduro.

Si rassegnino, le forze del capitale, le classi popolari venezuelane hanno scontato sulla propria pelle i costi delle loro ricette, hanno inciso nella memoria il piombo della loro “democrazia”, i volti delle vittime del Caracazo e quelli del golpe contro Hugo Chávez, nel 2002.

Ogni giorno, il popolo venezuelano manifesta al grido di: ¡NO VOLVERAN!

Dalla solidarietà internazionale, massima vigilanza contro i piani eversivi e la guerra mediatica contro il socialismo. Da Caracas a Roma, dall’Avana, a La Paz, a Quito, lo stesso grido: ¡NO VOLVERAN!

Dall’Italia la nostra solidarietà con la rivoluzione socialista bolivariana si fa ogni giorno più forte!

14 febbraio 2015

Rete Solidarietà Rivoluzione Bolivariana

“Caracas ChiAma” – caracaschiama.noblogs.org

Caracas, sventato golpe contro Maduro. L’opposizione attacca, 8 feriti

Venezuela. A un anno dagli scontri violenti, riprendono le proteste

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Geraldina Colotti, il Manifesto – 13.02.2015

In Vene­zuela, sven­tato un ten­ta­tivo di golpe con­tro il governo di Nico­las Maduro. Gli ana­li­sti Cia ave­vano visto giu­sto, anti­ci­pando una situa­zione di pro­te­ste e rischio di vio­lenze. E pour cause, secondo Maduro, visto che all’origine del ten­ta­tivo desta­bi­liz­zante, vi sareb­bero — come da copione — gli Usa. Si è trat­tato — ha spie­gato il pre­si­dente socia­li­sta — «di un ten­ta­tivo di ser­virsi di un gruppo di uffi­ciali dell’aviazione mili­tare per pro­vo­care un attacco, un atten­tato». Un piano deno­mi­nato “Ope­ra­zione Gerico” che pre­ve­deva di bom­bar­dare, oltre al palazzo pre­si­den­ziale di Mira­flo­res, a vari mini­steri e al muni­ci­pio della capi­tale, anche la tele­vi­sione Tele­sur, sem­pre al cen­tro degli attac­chi vio­lenti dell’estrema destra di opposizione.

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Banmujer : Uno schiaffo alla femminilizzazione della Povertà

chaveerArticolo tratto da: www.ilsudest.it

 di Maddalena Celano

Una delle più importanti istituzioni pubbliche del Venezuela, fu creata per assistere le donne impoverite attraverso il micro-credito: Banmujer .

Banmujer nacque il 21 settembre 2001 come una banca con una specifica “mision”: procurare occasioni di sviluppo e crescita socio-produttiva per donne in condizioni economiche disagiate come ragazze-madri, vedove e donne nate in aree rurali particolarmente povere ed ostili ad ogni forma di progresso ed indipendenza femminile. Dal 2001 Banmujer annovera più di 138mila micro-crediti concessi e risulta che abbia salvato dalla miseria e dal degrado più di 3000 famiglie del paese.

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Un esempio di giornalismo-sociale partecipato: Erika Adriana Mindiola Rubín!

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 Dal Venezuela, articolo tratto da www.ilsudest.it

 

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di MADDALENA CELANO

Nostra intervista da:  www.ilsudest.it

Erika Adriana Mindiola Rubín, è una giovane giornalista radiofonica Venezuelana.

Nasce il 22 di Gennaio del 1980 in una parrocchia popolare di Caracas, Santa Rosalía, dove visse e crebbe durante tutta l’ infanzia. É madre di due figli, Jerverick e Jervin. Si iscrive all’Università Bolivariana del Venezuela nel 2005. Con la creazione dell’Università Bolivariana del Venezuela, si aprirono per la prima volta le porte della cultura a molti giovani bisognosi, analogamente a persone non più giovani ma desiderosi di imparare o aggiornarsi. Si offrì loro finalmente l’ opportunità di studiare. Decide così di intraprendere il Corso di Laurea in Comunicazione Sociale, viene conquistata dal giornalismo che le fornì una visione rivoluzionaria dell’ impegno, ingaggiandosi nella lotta sociale con i suoi concittadini per la promozione della Rivoluzione Bolivariana.

Come nasce il tuo impegno per un giornalismo-sociale responsabile?

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L’ emancipazione della donna creola in Venezuela: il prodotto di alacri lotte e dure battaglie

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di MADDALENA CELANO

Nell’anno 1928, sorge in Venezuela la Società Patriottica delle Donne: la quale offrì appoggio alla gioventù universitaria che protestava ed alzava la voce contro il governo dittatoriale di Juan Vicente Gómez.

Posteriormente, nel 1936, si creò il Raggruppamento Culturale Femminile e, nello stesso anno, si fondò l’Associazione Venezuelana delle Donne: organizzazione che tentò di avanzare con nuove strategie per affrontare l’oppressione militarista e tirannica di quell’epoca. Nel 1937 si acutizzò la persecuzione da parte del regime e, perciò, le donne costituirono la Lega Femminile per la tutela dei detenuti politici. Ugualmente, in quell’anno nacque l’Associazione Cristiana Venezuelana delle Donne Lavoratrici: dimostrando un’altra volta la partecipazione attivista delle donne nei processi di cambiamenti del paese.

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Venezuela, arrestati imprenditori farmaceutici. E loro: «Troppe garanzie agli operai»

—  Geraldina Colotti, 4.2.2015

Caracas. Il paese festeggia la ribellione civico-militare guidata da Chavez nel 1992

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Si può senz’altro cri­ti­care la pro­pen­sione del governo vene­zue­lano alle denunce pub­bli­che circa i piani cospi­ra­tivi delle destre, nel paese e fuori: a forza di gri­dare «al lupo, al lupo», quando il lupo effet­ti­va­mente arriva, nes­suno accorre più. E inol­tre si rischia di aval­lare l’ampia e varie­gata pub­bli­ci­stica di oppo­si­zione che – in modo arro­gante e raz­zi­sta – tenta di dipin­gere come para­noico e auto­ri­ta­rio il governo (il “regime”) di Nico­las Maduro (per la cro­naca, il pre­si­dente viene chia­mato Maburro — ove burro signi­fica asino — per i suoi tra­scorsi ope­rai, e dipinto con una banana in mano, così come Cha­vez veniva rap­pre­sen­tato come scim­mia per le sue ori­gini indi­gene. Cir­co­lano foto­mon­taggi in cui lo si vede fare la fine di Ghed­dafi o di Sad­dam Hus­sein, ecce­tera, ma nes­suno è mai andato in galera per que­sto). In que­sti giorni, Maduro ha accu­sato il vice­pre­si­dente degli Stati uniti, Joe Biden, di favo­rire piani desta­bi­liz­zanti. E si può pen­sare che la poli­tica di Barack Obama nei con­fronti dell’ex «cor­tile di casa» non sia quella del suo pre­de­ces­sore: niente golpe, tutt’al più una “dop­pia morale” (da una parte aper­tura – per quanto avve­le­nata – nei con­fronti di Cuba, dall’altra san­zioni al Vene­zuela che di Cuba è alleato e che, come Cuba, non rin­nega il socia­li­smo). E d’altro canto lo stesso Maduro con­ti­nua a cer­care il dia­logo con gli Usa e, in una let­tera inviata a Obama, ha accu­sato la «mafia di Miami» di essere all’origine delle cospirazioni.

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Venezuela. Nicolas Maduro chiede a Unasur di mediare con gli Usa

Geraldina Colotti, 6.2.2015

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Dalla Cia, un annun­cio inquie­tante: in Vene­zuela, il governo di Nico­las Maduro dovrà pre­sto veder­sela con una nuova ondata di pro­te­ste vio­lente. Lo ha soste­nuto il diret­tore dell’intelligence del dipar­ti­mento della difesa Usa, Vin­cent Stewart, davanti alla Com­mis­sione per gli affari mili­tari della Camera dei rap­pre­sen­tanti. «Pre­ve­diamo che, nel 2015, le orga­niz­za­zioni stu­den­te­sche e l’opposizione poli­tica orga­niz­ze­ranno pro­te­ste nei mesi pre­ce­denti le ele­zioni legi­sla­tive», ha detto il gene­rale a tre stelle illu­strando «le minacce mon­diali» che devono affron­tare gli Stati uniti. «Siamo un po’ pre­oc­cu­pati — ha aggiunto — per le ele­zioni che si devono svol­gere in Vene­zuela (a dicem­bre, ndr) e quel che potrebbe signi­fi­care in ter­mini di vio­lenza e vio­la­zione dei diritti umani». Nel feb­braio del 2014, per alcuni mesi, il governo è stato messo alla prova di mani­fe­sta­zioni vio­lente pro­ve­nienti dai quar­tieri agiati del paese e dai muni­cipi gover­nati dalla destra. Il saldo è stato di 43 morti e 800 feriti, in gran parte vit­time delle trap­pole da strada (le gua­rim­bas) messe in atto dai gruppi di estrema destra. Pro­te­ste per chie­dere la cac­ciata di Maduro dal governo a furor di piazza, anti­ci­pate dalle vio­lenze post-elettorali seguite alla sua ele­zione a pre­si­dente. Sia la Camera che il Senato Usa hanno però votato un pac­chetto di san­zioni a fun­zio­nari del governo vene­zue­lano «col­pe­voli di aver vio­lato i diritti umani dei mani­fe­stanti» e Obama le ha rati­fi­cate. Per ora sono stati vie­tati i visti di ingresso negli Usa a 56 alti respon­sa­bili del governo Maduro.

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