Gli indigeni in Panamá reclamano al governo un’educazione interculturale

Traduzione di Raffaele Piras

 

Ci sono troppi insegnanti latini a impartire lezioni, insegnanti che non conoscono la nostra lingua. Non vengono formati e oltretutto non utilizzano i nostri libri. Quello che vogliamo è che i nostri figli non perdano la cultura materna

 

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Dal 2010 le autorità hanno promesso un’educazione interculturale nelle zone provinciali.

Fu allora che la Banca Mondiale concesse 4.5 milioni di dollari al Ministero dell’Educazione (Meduca) per iniziare il Programa Intercultural Bilingue (PIB).

Sono stati portati avanti gli studi, ma il modello del progetto non è mai iniziato.

L’attuale responsabile del Meduca, Marcela Paredesde Vázquez, assicura che anche se il piano iniziale non è stato attuato, l’educazione bilingue indigena è ancora in piedi. Cio nonostante il maggioritario gruppo nativo del paese, i ngabebuglé, non la pensano allo stesso modo.

“Ci sono troppi insegnanti latini a impartire lezioni, insegnanti che non conoscono la nostra lingua. Non vengono formati e oltretutto non utilizzano i nostri libri. Quello che vogliamo è che i nostri figli non perdano la cultura materna”, dice Alberto Montezuma, del Congreso General Ngabe-Buglé.

Dati del suddetto Congresso ribadiscono che il Colegio Petita Santos, il centro educativo situato alle periferie del territorio indigeno, conta 36 maestri. Tra questi, solo 8 sono nativi.

In altri collegi, come quello di Alto Chamí, nel cuore del territorio, di 40 educatori solo il 10% sono indigeni; lo stesso vale per il collegio di Quebrada Bea, dove i nativi sono 5 su 30.

“Non ci opponiamo al fatto che i latini insegnino ai nostri figli. Ciò che reclamiamo da sempre è che, nei primi tre gradi scolastici, incluso il grado prescolastico, gli educatori siano indigeni così che i nostri figli possano usufruire dell’educazione bilingue nei primi anni d’età”, aggiunge Montezuma.educacion-intercultural

D’accordo con il Meduca, quest’anno è iniziato una sorta di censo degli insegnanti indigeni per formarli a un’educazione interculturale bilingue, ma nel frattempo l’istituzione affronta altre problematiche, quali l’assenza materiale di infrastrutture per collegi di educazione media.

L’unico obbiettivo proposto dall’Onu, infatti, che abbia raggiunto Panamá, è stato la copertura totale dell’educazione primaria. Allo stesso tempo, il governo riconosce il deficit nell’educazione media e lo attribuisce, per l’appunto, alla mancanza di infrastrutture.

In cerca di una soluzione, il Meduca vuole investire più o meno 150 milioni per la costruzione di almeno 10 collegi in terre provinciali.

“La prima cosa che faremo è costruire un collegio nell’area di Llano Tugrí, così che anche i giovani di quell’area possano studiare, se lo desiderano”, ha anticipato la ministra, che spera che già da quest’anno vengano iniziati i lavori di costruzione.

Fonte: http://laestrella.com.pa/panama/nacional/indigenas-reclaman-educacion-intercultural/23866531