— Geraldina Colotti, 4.2.2015
Caracas. Il paese festeggia la ribellione civico-militare guidata da Chavez nel 1992
Si può senz’altro criticare la propensione del governo venezuelano alle denunce pubbliche circa i piani cospirativi delle destre, nel paese e fuori: a forza di gridare «al lupo, al lupo», quando il lupo effettivamente arriva, nessuno accorre più. E inoltre si rischia di avallare l’ampia e variegata pubblicistica di opposizione che – in modo arrogante e razzista – tenta di dipingere come paranoico e autoritario il governo (il “regime”) di Nicolas Maduro (per la cronaca, il presidente viene chiamato Maburro — ove burro significa asino — per i suoi trascorsi operai, e dipinto con una banana in mano, così come Chavez veniva rappresentato come scimmia per le sue origini indigene. Circolano fotomontaggi in cui lo si vede fare la fine di Gheddafi o di Saddam Hussein, eccetera, ma nessuno è mai andato in galera per questo). In questi giorni, Maduro ha accusato il vicepresidente degli Stati uniti, Joe Biden, di favorire piani destabilizzanti. E si può pensare che la politica di Barack Obama nei confronti dell’ex «cortile di casa» non sia quella del suo predecessore: niente golpe, tutt’al più una “doppia morale” (da una parte apertura – per quanto avvelenata – nei confronti di Cuba, dall’altra sanzioni al Venezuela che di Cuba è alleato e che, come Cuba, non rinnega il socialismo). E d’altro canto lo stesso Maduro continua a cercare il dialogo con gli Usa e, in una lettera inviata a Obama, ha accusato la «mafia di Miami» di essere all’origine delle cospirazioni.
Leggi tutto “Venezuela, arrestati imprenditori farmaceutici. E loro: «Troppe garanzie agli operai»”