In Venezuela, centinaia di famiglie contadine si riprendono le terre abbandonate

di Cory Fischer-Hoffman per venezuelanalysis.com
Traduzione: Alessandro Perri

Roland Denis e Fresia Ipinza annunciano l'occupazione delle terre da parte della comune "Tierra y Lybertad" nello stato di Guárico (Apporea.org)
Roland Denis e Fresia Ipinza annunciano l’occupazione delle terre da parte della comune “Tierra y Lybertad” nello stato di Guárico (Apporea.org)

Caracas, 29 Settembre 2014 – Lo scorso sabato, centinaia di famiglie contadine si sono riappropriati dei terreni nello stato di Guarico, chiedendo il supporto dell’Instituto Nacional de Tierras (INTI). I sostenitori dell’azione sottolineano la necessità di accelerare il processo di riappropriazione terriera, considerando la guerra economica con cui si sta confrontando il Venezuela.

Un video dichiarante l’acquisizione e la richiesta di appoggio è stato realizzato sabato dal sito indipendente Apporea. Nei video, Roland Denis (intellettuale e ministro della pianificazione nel 2002-2003 – Video) e Fresia Ipinza (già candidata come governatore nello stata di Miranda e assidua collaboratrice del sito – Video) chiedono il sostegno al popolo venezuelano, specialmente alla luce dell’attuale carenza di cibo, alla scarsa produzione agricola del paese a cui fa da contraltare una massiccia importazione dai paesi steri.

Perché abbiamo bisogno di aiuto?” domanda Denis, “Perché siamo a conoscenza della profonda crisi di risorse che sta attraversando il Venezuela.” L’ex ministro si riferisce alla carenza di cibo, alla speculazione sui beni di prima necessità, eventi che hanno contribuito a creare uno scenario in cui i cittadini sono sempre più consapevoli della necessità di aumentare la produzione alimentare come mezzo per raggiungere la sovranità alimentare all’interno del paese.

Nel 2010, i campesinos si assunsero l’onere di produrre verdura e allevare bestiame nelle terre occupate di Las Mercedes, nello stato di Guarico. Nel 2013, il presidente della compagnia chiamata AgroInteca, probabilmente affiliata alla più grande impresa di agro-business in Venezuela, la POLAR, rivendicò la proprietà di una cospicua parte di territorio nella stessa aerea. Secondo Denis, AgroInteca attualmente è proprietaria di circa 17.000 ettari di terra, nessuno dei quali è attivo nella produzione. E’ dunque sin dal 2013 che i rappresentanti della compagnia hanno sottratto la terra ai contadini.

Per tutta risposta, centinaia di braccianti assieme ai membri delle rispettive famiglie si sono organizzati nella comunità di “Land and Freedom” per riguadagnare l’accesso alle loro terre. Come riportato da numerosi fonti, questo sabato è iniziata un’occupazione la quale affida circa 15.000 – 20.000 ettari di terra alla tutela della comunità.

Il territorio dispone di varie conformazioni terrene, laghi, sorgenti d’acqua ed il potenziale per un rimboschimento.

Ipinza ha inoltre lanciato un appello per l’ambiente, sottolineando che il massacro ecologico deve essere fermato, e che la produzione agricola su piccola scala è comunque una soluzione sostenibile a dispetto della malata produzione industriale.

L’attivista ha enfatizzato il fatto che i lavoratori coinvolti nell’azione di sabato a Las Mercedes sono per lo più ex coltivatori di quelle terre. Questo aspetto risulta rilevante alla luce dell’art. 13/2010 della “Legge sulla Terra” in cui è previsto un progetto redistributivo basato sul principio socialista, secondo cui la terra è di chi la lavora.

L’Instituto Nacional de Tierras (INTI) è stato creato 2001 e in dieci anni ha espropriato 3.6 milioni di ettari destinati all’agricoltura. Negli ultimi anni sta continuando le espropriazioni terriere a ritmo di 350.000 – 400.000 ettari l’anno. Molte di queste sono state fatte in collaborazione con organizzazioni di contadini, i quali furono ponti a trasformare le terre da inattive a produttive; gli stessi contadini contavano su una lunga esperienza come lavoratori agricoli, senza però aver mai avuto la possibilità di lavorare la propria.

La riforma sulla redistribuzione di terre in Venezuela ha lo scopo di distaccare il paese dai grandi proprietari terrieri. Nel 1998 lo 0,4% di loro possedeva il 26% dei terreni coltivabili. Inoltre, l’obiettivo di incrementare la produzione di cibo, secondo obiettivo della riforma, sta diventando rilevante considerando gli attuali problemi economici.

Perché dovremmo lamentarci tanto di una guerra economica che non ci permette di sviluppare la nostra sovranità alimentare, se le prima cosa che facciamo è reprimere l’unico soggetto in grado di creare le condizioni per questa sovranità, cioè il lavoratore agricolo?” Dice Denis ad Apporea, durante l’occupazione di sabato.

Il suo monito fa riferimento alla violenza che i braccianti hanno subito dalle organizzazioni paramilitari, fondate dai grandi proprietari privati. Più di 300 campesinos sono stati uccisi nei vari confronti, e molti di questi crimini risultano ancora irrisolti. Alcuni simpatizzanti dei movimenti contadini hanno criticato il governo venezuelano per non aver provveduto adeguatamente alla tutela delle famiglie coinvolte nella riappropriazione delle terre, e per aver fallito nella ricerca dei responsabili.

Per questo motivo, Denis insiste ufficialmente sul sostegno ai campesinos, e invita i membri dei movimenti popolari e dei collettivi cittadini ad andare nelle campagne ed imparare dalle persone che vi abitano.

In seguito a questo invito all’attivismo, un organizzazione chiamata l’Assemblea dei Militanti ha diffuso un documento di solidarietà verso i contadini coinvolti nell’occupazione delle terre di Las Mercedes, auspicando un allargamento del fronte di lotta in tutto il paese. L’Assemblea dei Militanti offre il supporto per una legittima lotta volta al recupero delle terre per la coltivazione, per una produzione solidale e per una comunità che sia espressione di vita, libertà e giustizia.

In aggiunta, Denis annuncia la necessità di liberare le terre occupate e di riappropriarsi delle macchine agricole abbandonate, in modo che siano destinate nuovamente alla produzione.

Il governo bolivariano e l’INTI devono ancora rilasciare una dichiarazione riguardo gli avvenimenti di Las Mercedes.

Articolo originale: http://venezuelanalysis.com/news/10934
Articolo su aporrea.org, Video1, Video2