La casta politica mette alla prova la tolleranza del popolo cileno

Il seguente articolo della rivista cilena Punto Final ci offre una panoramica sulla situazione cilena ed un tentativo dal basso per la costruzione di un futuro migliore per il paese.

Un tratto particolare della nostra crisi –che laaggrava ancora di più- è che sembra non inquietare nessuno. Il popolo è assentedal dibattito, forse narcotizzato dalla televisione e dalla carta di credito; oforse con la sua indifferenza esprime una forma più profonda di ripudio allacasta politica.    

CHILE-Multitudinaria-Marcha-Familiar-AP_CLAIMA20110808_0155_7Il Cile, vittima dell’avidità, della corruzione, e dell’incompetenza della casta politica, si trova sommersa in una profonda crisi senza soluzione, nel contesto del modello economico e della Costituzione imposti dalla dittatura. Quella camicia di forza riproduce all’infinito gli abusi e le perversioni che hanno delegittimato le istituzioni, i partiti e gli organi dirigenti. La corruzione che generano è un’ombra viscosa che contamina tutto ciò che tocca, incluso la Chiesa e le forze armate.

Questo fenomeno è conosciuto da altri paesi quali Venezuela, Bolivia ed Ecuador, i cui partiti tradizionali sono stati accusati di essere corrotti ed oppressori. Però queste nazioni sono state capaci di forgiare movimenti popolari che si sono dotati di leaders rivoluzionari. Questo ha permesso loro la convocazione di Assemblee Costituenti che, elaborando leCostituzioni, hanno dato inizio ad una nuova tappa storica ed una società più giusta ed egualitaria.

Un tratto particolare della nostra crisi –che la aggrava ancora di più- è che sembra non inquietare nessuno. Il popolo è assente dal dibattito, forse narcotizzato dalla televisione e dalla carta di credito; o forse con la sua indifferenza esprime una forma più profonda di ripudio alla casta politica. I partiti, intanto, stanno cucinando l’abituale progetto di legge per insabbiare gli scandali e regolare –come se ciò fosse possibile- la relazione tra affari e politica.

Questi intrallazzi sono una nuova dimostrazione –come se ne servisse un’altra- di come la casta politica non capisce ciò che sta succedendo. Ignora il complesso processo di formazione della condanna pubblica che ruota attorno alle sue attività. Ha costruito un suo mondo proprio,estraneo alla vita reale, ai sentimenti ed alle aspirazioni del popolo.

Il ripudio silenzioso alla corruzione ed agli abusi si manifesta in forma massima nell’astensione elettorale. All’ultima elezione presidenziale e parlamentare raggiunse il 60% e questa tendenza aumenterà alle prossime elezioni. Ma nessun partito ha capito il segnale con cui sono state chiuse le porte della fiducia pubblica.

La situazione attuale fa ricordare ciò che accadde con i gobiernosradicales(1938-1952). La corruzione del Partido Radical arrivò ad un punto tanto estremo che aprì la strada al generale Carlos Ibáñez,ex dittatore rovesciato dagli studenti nel 1931. Il ‘’generale della speranza’’, come era chiamato dalla sua propaganda, alzò una scopa al cielo nel1952 come simbolo della sua decisione di spazzare via la corruzione che consumava lo Stato. Chiaramente Ibáñez non portò a termine le sue intenzioni, ed il sistema continuò a funzionare senza problemi.

Però le condizioni di oggi sono differenti. Il PDC, che nel1964 portava avanti la speranza di una ‘’revolución en libertad’’, o il PS che nel 1970 impostò un ‘’socialismo con sabor a vino tinto y empanadas’’, non sono più gli stessi. Appartengono ad una coalizione sopra alla quale piovono accuse di corruzione e nepotismo e che soffre la rovina dell’astensione elettorale. I principi che animarono le loro imprese politiche sono ora sostituiti dal neoliberalismo, al quale si sono venduti per qualcosa di più sostanzioso di un piatto di lenticchie.

La crisi di oggi è relazionata con la storia degli ultimi 40anni. Il Cile soffre la sindrome del popolo golpeado e mille volte tradito. La dittatura dei militari e degli impresari –articolando terrorismo diStato ed economia di mercato-, riuscì a cancellare dall’immaginario popolare i sogni di fraternità e dignità che avevano raggiunto l’apice nel 1970. La rapacità di Pinochet e dei suoi generali, le rapine delle imprese dello Stato e la repressione terrorista per imporre un modello che schiaccia e spreme l’essere umano, hanno marchiato la memoria del popolo lavoratore. Il quarto di secolo della Concertación –inclusa la parentesi di Piñera-,finì col convincere che politica equivale a mentire e ad approfittare del potere a beneficio personale. Un esempio del fatto che l’oligarchia finanziaria e politica abbia preso il paese sono la sfrontatezza e l’abuso che hanno fatto della furberia una virtù. Il trasformismo degli attori politici finì col seppellire ogni speranza di cambiamento e di giustizia sociale.

Davanti alla Nueva Mayoría, in rapida discesa, c’è solamente il vuoto. Non esiste un’opposizione strutturata di destra o sinistra. La prima perché si trova semidistrutta, e la sinistra non rappresenta un’alternativa perché lontana dal generare una realtà organica. Ciò è stato reso ancor più difficile con l’incorporazione del Partido Comunista nella Nueva Mayoría, che ha prodotto solo più disillusione tra le file di una sinistra a cui serve un progetto proprio per alzare la testa. È ciò che proponiamo da questa tribuna: iniziare una costruzione di un movimento politico-sociale che miri al socialismo del nostro tempo. A quello che Hugo Chávez chiamò ‘’socialismo del siglo XXI’’ e che, senza dubbio, sarà molto differente dall’assolutismo statista e dal monolitismo ideologico del passato con la sua pesante ombra burocratica.

Per uscire dalla marasma bisogna provare ad aprire il cammino ad un movimento che si ispiri agli autentici valori del socialismo. Vale a dire: alla solidarietà che permette la condivisione del prodotto del lavoro di tutti.

Socialismo è solidarietà tra uguali, riguardo diritti e doveri. Se dovessimo proporre un nome per un movimento che si occupi di recuperare la dignità del pensiero e dell’azione della sinistra, sarebbe questo: Compartir. È la parola che meglio definisce quello di cui il Cile ha bisogno dopo mezzo secolo di egoismo.

Magari questo messaggio arrivi agli uomini ed alle donne in condizione di prendere tale iniziativa. Sarebbero ascoltati dai molti che vogliono partecipare alla costruzione di un paese più giusto e decente. La rivista Punto Final, certamente, sarà a disposizione di un progetto da queste caratteristiche.

Traduzione di Raffaele Piras

Fonte : http://www.surysur.net/2015/03/la-casta-politica-pone-a-prueba-la-tolerancia-del-pueblo-chileno/

(Editorial de la revista “PuntoFinal”, edición Nº 823, 6 de marzo, 2015)