di Geraldina Colotti per CaracasChiama
In questo nuovo editoriale per Caracas ChiAma (che arriva eccezionalmente il martedì) Geraldina Colotti disegna una mappa immaginaria, che va da un sacchetto di farina in vendita a Napoli alle manifestazioni delle donne in Venezuela
Iniziamo raccontando due episodi, accaduti in Italia, che rispecchiano la realtà del Venezuela: la realtà del sabotaggio, dei complotti e di quella che il governo chiama, aragion veduta, la “guerra economica”, scatenata contro il socialismo dall’impresa privata e dal grande capitale internazionale. A Napoli, in qualche negozio capita di poter comprare la “Harina Pan”. Si tratta di un tipo di farina di mais precotto ove Pan sta per “Producto Alimenticio Nacional”, prodotto alimentare nazionale. Un alimento che piace molto ai venezuelani e che viene prodotto dalla grande impresa privata Polar. La Harina Pan non basta mai a coprire la richiesta e, nei discorsi dell’opposizione, diventa il simbolo della presunta penuria di alimenti. Ora, il dato singolare è che la farina risulta essere stata importata in Italia dalla… Colombia. E come mai, se non ce n’è abbastanza per il consumo del paese, se – come hanno strillato i vertici di Polar – produrla costa troppo, ce n’è così tanta da “esportarla” in Colombia e da lì in Europa? E tornano in mente quelle immagini scattate negli empori di Cucuta, in Colombia, ben forniti di ogni merce che scarseggia invece inVenezuela. Cucuta è una città di frontiera, ed è una delle mete principali del contrabbando di alimenti: si fa incetta di beni di consumo venduti a prezzo calmierato in Venezuela e li si rivende oltreconfine. Un business più lucroso del narcotraffico. Per la cronaca, come ha scritto la rivista Forbes che classifica i super milionari, tra questi risultano ben tre grandi imprenditori venezuelani: ma non erano stati debilitati dal socialismo? E invece risulta che hanno accresciuto i propri profitti, pur avendo dovuto sottostare alle leggi che garantiscono la tutela del lavoro e quindi rinunciare a qualche boccone della torta. I super ricchi appartentono al gruppo Cisneros – attivo nel campo della comunicazione, delle tecnologie, oltreché in quello dei beni e dei servizi -; al gruppo finanziario internazionale Banesco; e appunto alla Polar, principale produttore di bibite ealimenti, diretto da Lorenzo Mendoza.
Per ridurre il fenomeno dell’accaparramento truffaldino e la compulsione all’acquisto dettata dalla propaganda mediatica, il governo Maduro ha cominciato a installare in tutti i supermercati circa 20.000 scanner per il controllo delle impronte, ed evitare così che le persone tornino più volte a comprare. Intanto, quando i militanti segnalano episodi di sabotaggio, il governo occupa i grandi supermercati insieme alla popolazione e cerca di raddrizzare le storture. Una fatica di sisifo. Il progetto dichiarato dell’opposizione è quello di minare la fiducia della popolazione nel progetto bolivariano, mostrandosi più adatti a governare. Dove non riesce con i colpi bassi, cerca di arrivare con il sabotaggio economico e la guerra psicologica. Intanto, si attende che il Cne fissi la data delle elezioni: secondo Unasur potrebbero tenersi a settembre. Finora, però, l’unica cosa certa è la data delle primarie (3 maggio l’opposizione, 28 giugno il chavismo). Importanti novità caratterizzano il percorso di approfondimento che sta portando avanti il Psuv, che dovrà presentare il 50% di donne e farspazio ai giovani con identico spirito innovativo. Una spinta al futuroevidenziata dalla grande vitalità dell’8 marzo, che ha mostrato il camminopercorso dalla libertà delle donne e il loro potere di rappresentanza. Per giustificare che le sue primarie non si svolgeranno su tutto il territorio nazionale, e avallare gli inciuci interni, la coalizione opposta – la Mud – ha detto che risultano troppo costose (1,7 milioni di dollari) e che non se lo può permettere. Nonostante i fiumi di denaro che arrivano dagli Usa? Nonostante la ricchezza che possiedono i sempiterni candidati? E vale ricordare i documenti del sito Wikileaks sulle relazioni speciali della Cia intrattenute con Leopoldo Lopez, attualmente in carcere e sotto processo. E così, i militanti di base gridano alla truffa. E il Psuv rincara: “Stanno facendo il giro degli imprenditori per vendere a caro prezzo le poltrone”.
Che il piano per sovvertire l’ordine costituito sia da tempo in gestazione, è deducibile anche da un altro episodio, capitato a chi scrive qualche mese prima che scoppiassero le guarimbas. Camminando per le strade della capitale succede di parlare con la proprietaria di un negozio, che dice di avere amici in Venezuela: amici benestanti, precisa, dai quali gradirebbe farsi ospitare come ha già fatto in precedenza. “Però mi hanno detto di aspettare, che tra qualche mese silibereranno di Maburro”. Il nome del presidente Maduro viene storpiato così perché burro significa asino, ma la commerciante non lo sa e crede sia il suonome vero.
Niente di nuovo, si dirà, la borghesia difende sempre i propri privilegi con ogni mezzo. Lo si è visto nel Cile di Allende e poi nel Nicaragua minato dai Contras. Lo si è visto nei golpe “istituzionali” compiuti contro l’allora presidente dell’Honduras Manuel Zelaya e contro Fernando Lugo in Paraguay. Lo si è visto contro Chavez e ora contro Maduro. Com’è accaduto durante gli attacchi a Cuba, colpisce la sproporzione di mezzi impiegati contro un piccolo (ma petrolifero) paese. Colpisce la sfacciataggine con cui un Vargas Llosa mente sapendo di mentire, a dispetto di fatti e di evidenze. La borghesia si toglie i guanti bianchi e si schiera. Contro il “cattivo” esempio che viene dal socialismo bolivariano. Contro la Grande Paura.
Al campo che la contrasta, il compito di non farsi rubare il futuro.