Per il mercoledì delle Narrazioni tossiche: secondo la Reuters, per l’occasione nella versione pubblicata dal Daily Mail lo scorso mercoledì 3 giugno, il pericolo per il governo bolivariano verrebbe dalle sue stesse fila a causa della dilagante corruzione fra i membri del partito.
“The republic is at risk” due to corruption, (…) “The revolution is at risk”.
Ex membri ormai dissidenti del Partito socialista al governo in Venezuela hanno richiesto, lo scorso mercoledì, un’investigazione governativa su una presunta frode multi-milionaria, che dicono essere prosperata sotto il rigido controllo sulla valuta da parte del paese sudamericano membro dell’OPEC.
Marea socialista, un piccolo gruppo di intellettuali di sinistra, nonché frangia del Partito socialista, ha detto che le compagnie corrotte e i politici complici stanno giocando con il sistemo valutario designato per controllare le variazioni sulle importazioni, dal cibo ai medicinali.
Sotto un complesso comando fondato nel 2003 dall’ex leader venezuelano Hugo Chávez, compagnie e individui fanno domanda di dollari ad un tasso di cambio preferenziale.
“Molti burocrati e operatori politici si sono avvantaggiati di questa opportunità per dissanguare il paese,” ha dichiarato Nicmer Evans, leader di Marea socialista, nell’ufficio dell’Amministratore finanziario di Caracas, dove insieme ad altri dissidenti ha presentato le loro richieste e cercato di presentare un nuovo sito per gli informatori che volessero denunciare le frodi.
Il gruppo ha stimato in circa 259 miliardi di dollari la cifra non conteggiata fin dall’implementazione del sistema. La stima è basata su informazioni e dichiarazioni pubbliche, inclusa l’ipotesi dell’ex direttore della Banca centrale che ammonta a 20 miliardi di dollari sottratti in un anno.
La pressione sta crescendo sul presidente venezuelano Nicolas Maduro per indagare sulle attività illegali, in mezzo alle inchieste dei media statunitensi sul traffico di droga degli alti funzionari venezuelani e alle recenti accuse secondo cui una banca di Andorra avrebbe facilitato il trasferimento di 4,2 miliardi di dollari connessi al riciclaggio di soldi nel paese.
“Andorra rappresenta solo la punta dell’iceberg, noi vogliamo arrivare fino alla radice del problema” ha detto Evans.
“La rivoluzione è a rischio”
Richieste di chiarimenti al governo non hanno ricevuto risposte.
Il governo Maduro in passato è stato incolpato di corruzione e additato come “traditore della rivoluzione” e promise di sradicare le mele marce.
Ma la frustrazione sui problemi, così come la percezione che Maduro difetti di leadership tra i colpi della crisi economica, ha solamente aumentato la frammentazione del blocco “chavista”.
La stessa Marea socialista ha recentemente abbandonato il partito, sebbene la domanda di diventare un’entità separata sia stata rigettata in maggio.
La critica del gruppo afferma che la corruzione è inerente al sistema a conduzione statale caldeggiato da Chávez, e domandano perché gli stessi membri non ne abbiano parlato prima.
Comunque i dissidenti socialisti sostengono che Chávez fece del suo meglio per sradicare la corruzione che da tempo tormenta la nazione ricca di petrolio, e dicono che queste pratiche sono più esplicite perché Maduro non ha lo stesso pugno duro del suo predecessore.
“La repubblica è a rischio” a causa della corruzione, ha avvisato Ana Elisa Osorio, ministro dell’ambiente dell’era Chávez e membro del Partito socialista, che sta spingendo per avviare le investigazioni.
“La rivoluzione è a rischio.”
Articolo originale:
http://www.dailymail.co.uk/wires/reuters/article-3109829/Dissenting-socialists-urge-Venezuela-investigate-corruption.html